semdelirium

cronache di un paese impossibile, e altre cose apparentemente inutili.

venerdì, luglio 25, 2008

Vitalogy 25.07.08




Capire che c'è umanità in qualsiasi cosa possa accadere in giro, anche nelle cose più assurde e inaspettate ti fa sentire in pace col mondo intero.


C'è umanità in marco e serena che vivono la loro giovinezza come meglio non avrei potuto fare io alla loro età, c'è umanità nello sguardo di cristiana, che mi chiede con gli occhi se stia facendo davvero la scelta giusta per il suo amatissimo negozio, c'è umanità nello spiazzamento che provano i miei amici andrea, quando si trovano di fronte a questioni indecifrabili a forma di obelischi femminili sempre più oscuri e apparentemente irraggiungibili, c'è umanità in chi molla questo posto, o ci torna, per capire o forse solo per riposarsi.

SEM diventa un giardino dalle grandi foglie in cui tutti possono rifugiarsi alla loro ombra, mentre il sole estivo cerca di stordirne le menti. Tutti aspettano che arrivi la sera, che ti fa aprire la finestra, che ti a venire voglia di ascoltare musica, che ti da tregua per pensare, con calma, per respirare almeno per qualche ora, il profumo di quelle grandi foglie che poche ore prima erano lì a sacrificarsi per un pò di ombra.

una forza malata cerca ogni anno di guarire, guarire dall'astio della cittadinanza, guarire dall'immobilità di idee, e porta in seno il principio stesso di immobilità, in nome di un passato glorioso vero o presunto, farcito e colante di improbabili soluzioni scenografiche e per niente convincenti, forse un delirio agguato di nostalgia (ndr) di un regista che ha trovato in SEM la sua Itaca terminale, forse balìa collettiva di un paese che ancora sopisce il suo vero embrione cerebrale.
i tamburi in lontananza suonano più come una fanfara funebre ormai, ed i ricordi si accavallano alle sere in cui volevamo davvero sentirci parte di questo paese ed in silenzio ne osservavamo le stelle che ci davano spunto per sentirci padroni ed eredi di questi posti.

A SEM va che ognuno finisce per sentirsi legittimo erede e padrone e efferato carnefice della sua stessa terra. Ripudiare ed abitare, criticare, odiare, ma sentirsi intimamente legati al silenzio di quando si rientra in casa o si rimane ad ascoltare i rumori che vengono da fuori.

c'è umanità in tutto questo, una sorta di umanità che rimane nonostante tutto, nonostante tutti.

Qui sognare non rimane l'unico rimedio per scappare, qui sognare significa avere modo di fare quello che si vorrebbe, come riavvicinarsi a persone perdute, veder sorridere il proprio padre, sentirsi utili senza avere paura di essere ipocriti, significa avere la possibilità di vedere quello che può essere, senza paura di ciò che può accadere. Ed io sono convinto che molti, molti abitanti di questo piccolo paese, ancora riescono a sognare, e al mattino, anche solo per un attimo, a realizzare che nel proprio letto, non c'è quella rompicoglioni di moglie, ma chi li ha portati a cambiare e ad uscire allo scoperto, a vivere da uomini.

E se la grande foglia si rompe o si secca, allora senti bruciare il sole sulla tua coscia, senti di essere vulnerabile.

Essere umani, è tutto ciò che ci rimane da ricordare, e da accettare.

Mi sento sempre più vecchio, e ne sono contento.

I'm Open.