semdelirium

cronache di un paese impossibile, e altre cose apparentemente inutili.

mercoledì, febbraio 20, 2008

Soli! mai.

La solitudine! è una scelta di vita.
C'è chi la sceglie coraggiosamente senza riserve, come gli Eremiti, e nella loro storia leggi la meraviglia del silenzio, che permette di riscoprire se stessi e questo non è da poco.
Sfido chiunque ad ascoltare il proprio silenzio senza rimanere sconvolti di come la nostra vita "piena" in realtà potrebbe riscoprirsi immediatamente "vuota" senza senso.
C'è invece chi sceglie per vigliaccheria e poca fiducia in se stesso nella nostra "magnifica" società ("L'epoca della teconologia" L.Cherubini) di restare solo perchè logorato dall'invidia di ciò che vorrebbe essere e che non è, invidioso di ciò che non sarà mai perché ognuno di noi unico ed irripetibile, fortunatamente non siamo automi.
Liberate la vostra mente, vivete a pieno la vostra vita così da abbandonare la solitudine, al mondo nessuno è solo, c'è sempre qualcuno che vi può sostenere.

4 Comments:

Blogger M. said...

ogniun per sé, dio per tutti non credo che faccia al caso allora.

anche se spesso viene voglia di dirlo e metterlo in pratica, il rimanersene da soli spesso è più un bisogno che una scelta.

è una delle poche cose buone che mi è stata insegnata da un prete: il valore della solitudine per allenare la riflessione. basta trovare il buon bilanciamento fra i propri pensieri e i pensieri degli altri.

un'ultima cosa sulla vigliaccheria, parola che per me è un pò forte per chi non ha fiducia in sè stessi. direi che è paura. ridurrei tutto a "paura", credo poco nell'invidia a sè stante. ci sono persone che reagiscono in maniera apparentemente cattiva, ma se poi si ascolta, è sempre una questione di paura, uno dei più bei aspetti che rendono le persone umane.

grazie paolo per questo post!

11:09 AM  
Blogger raffaella said...

ma paura o invidia, vigliaccheria...
forse anche tutte e tre messe insieme.
la solitudine è anche un'arma a doppio taglio, dopo un pò ti stupisci di cosa riesci a partorire nella solitudine voluta, ma il problema è poi relazionarsi nella vita con quello che si è riusciti a raggiungere col pensiero.
A pensare tutti (piu o meno escludendo soggetti tipo flavia vento) riescono a pensare.
Io invidio persone che come me hanno raggiunto una conclusione ad una riflessione partorita nella solitudine magari anche solo di qualche giorno, ma che a differenza di me riesce a trsformarla in realtà, ad un fatto in una coerenza.
Cmq la solitudine aiuta molto a pensare e infatti in questa epoca di iperattività e di tecnologia dove è praticamente impossibile stare da soli, mi manca, è troppo tempo che non sto piu con me stessa e basta e ricordo benissimo che ci stavo bene (sono la mia anima gemella un attacco di narcisismo scusate!).

8:28 PM  
Blogger M. said...

:-D

12:56 PM  
Anonymous Anonimo said...

oggi il freddo è dannato, lo sento talmente dentro che il sole e il profurmo di una primavera ancora acerba sanno quasi di presa in giro. stamattina, svegliandomi, ero solo a letto. ho pensato - senza intenzione - a ian curtis, quando un basso insolitamente dolce incornicia il passo fermo e deciso della batteria e la sua voce canta senza fremiti "walk in silence / don't walk away in silence...don't walk away" poi salgono suoni mai sentiti prima, il cuore in cenere, la malinconia altrove, la fine si avvicina inesorabile senza far male perché sai che non potrebbe essere altrimenti, ma sai anche che non finirà, che non ti libererai più di "atmosphere" e del senso di profonda verità che ti avvolge ogni volta che la senti o la ricordi. fra gli aggettivi che uso meno, "monumentale" è quello che rispetto di più, e nonostante il timore di non rendere giustizia ai joy division, non posso fare a meno di pensare fra me e me "la monumentale atmosphere". intendiamoci, monumentali, enormi, oltre le comuni dimensioni umane, sono l'idea e il cuore di chi immagina e costruisce, non le misure o il peso dei materiali impiegati. le dimensioni contano eccome, in ogni ambito, conta la grandezza dell'uomo (o della donna) coinvolto, come recita un antico testo indu "per dipingere una parete grande non serve un pennello grande, ma un grande pennello". ok, era la vecchia pubblicità del "pennello cinghiale", lo so anch'io, ma "antico testo indu" fa più figo, e comunque rimane la netta e limpida verità del concetto. le dimensioni contano, e atmosphere è sterminata. grazie ian.
anche l'ego di qualcuno sovrasta un senso delle proporzioni normalmente tarato com'è il mio, è talmente grosso che servono scatole over size per tentare di contenerlo: case tanto ampie che il pavimento tradisce la curvatura terrestre e quando sali a pulire il lampadario ti fischiano le orecchie per lo sbalzo di pressione, auto imponenti come carri armati (ed esteticamente altrettanto appaganti) senza le quali non potresti mai muoverti agilmente sulla superficie lunare (provateci voi a risalire un cratere con la punto...)...insomma, tutti hanno gli occhi per vedere. poi qualcuno ancora si permette di chiedermi perché non esco. e dove mi presento io, che tutto quello che ho sta comodamente in due comunissimi contenitori - a volte intercambiabili - attacati alle estremità del busto?
comunque mi alzo, con una gran voglia di sentire per la milionesima volta "unknown pleasures". è sabato, fuori il sole splende. mi sento solo? probabilmente. e probabilmente ne soffrirei se potessi permettermi un cuore, magari fino a rodermi il fegato che se n'è andato già da qualche tempo. dovrei riflettere, pensare, analizzare le mie azioni passate per capire almeno se ho fatto qualcosa, prima di capire se quell'ipotetico qualcosa sia stato un errore. vorrei, davvero, posso giurartelo, ma qualcosa dentro di me si rifiuta di barattare per averti, anche se la merce in questione (un discorso, o meglio la chiarezza) non è certo di quelle che - mancando di dignità - immiseriscono chi le maneggia. in questo preciso istante ti direi "non andare via", il perché dovresti saperlo da sola, altrimenti non servirebbe nemmeno chiederlo, perché l'unico motivo per cui valga la pena far entrare qualcuno nella propria vita, e così in fondo, così follemente come può capire solo chi ha amato o ama davvero, non è la paura della solitudine o il bisogno inesprimibile di sentirsi vivi attraverso un'altra vita, e nemmeno mi sogno di considerare tutta un'altra serie di scuse o ragioni più o meno plausibili più o meno condivise più o meno accettabili e accetate, l'unico motivo è che non potrebbe essere altrimenti, punto. se si può fare a meno di qualcuno allora la cosa più onesta, la sola onesta, è farne a meno. io non posso fare a meno di te finché sono io, ma posso essere un altro.
ma posso anche dare la colpa di tutto al canone in re maggiore di pachelbel, alla notte, alla mia inopportuna sobrietà, e porvi rimedio catapultandomi davanti ad una birra preceduta da un cicchetto e seguita da due tre sigarette, e via così fino a che non cederò alle lusinghe del sonno, dormirò, e magari domani svegliandomi riuscirò a ricordare come si fa a stare seduti sulla riva osservando lo scorrere del fiume con la precisa coscienza che non c'è nulla che non si faccia non facendo, o troverò qualcosa di sensato da fare, o ... ma intanto, "atmosphere"...

9:53 PM  

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